L'antica "Strada Nuova dei Palazzi" nacque per precisa volontà delle aristocratiche famiglie genovesi che, alla metà circa del Cinquecento, vollero di fatto costituire un proprio quartiere di magnificenza.

Nel progetto originale l'attuale Via Garibaldi avrebbe dovuto svolgere ruolo di connessione tra due parti distinte della città, ovvero divenire asse viario di congiunzione tra la zona del 'borgo' e la zona del centro.

Di fatto, proprio perché edificata da facoltose famiglie che qui trovarono spazi adatti alla propria volontà di autocelebrazione, Strada Nuova divenne da subito sede di un nuovo quartiere aristocratico.

La nuova via venne tracciata come un rettilineo e successivamente divisa in lotti, venduti poi in tre aste pubbliche.
La via nasceva anche allo scopo di bonificare un'area fortemente degradata del centro medievale, dove era situato il postribolo.
I primi sontuosi palazzi vennero edificati a partire dal 1558.
Le più antiche famiglie della nobiltà cittadina parteciparono a questa operazione, gli Spinola edificando ben quattro dimore, due i Grimaldi, i Lomellino e i Pallavicini.

Il progetto di questa nuova arteria cittadina venne affidato all'architetto camerale Bernardino Cantone che si preoccupò non solo di disegnare le forme e l'andamento di Strada Nuova, ma vigilò nelle vesti di consulente sull'edificazione di ciascun palazzo che via via sorgeva, dando vita a questo nuovo spazio di rappresentanza.
Il cantiere di Strada Nuova venne così a costituirsi quale luogo di sperimentazione architettonica, dando agli architetti più all'avanguardia la possibilità di provare aggiornate e innovative soluzioni.
La tradizionale critica vuole che il grande architetto perugino Galeazzo Alessi, attivo a Genova a metà secolo nella edificazione della grande basilica dell'Assunta a Carignano e nella progettazione della nuova cupola della cattedrale di San Lorenzo, abbia dato 'consiglio' nel nuovo progetto urbanistico.

Ben undici palazzi sorsero qui tra il 1558 e il 1583, ai quali poi si aggiunsero Palazzo Brignole Sale, oggi sede della Galleria di Palazzo Rosso, nel 1671, Palazzo Bianco nel 1714, e il fondaco delle Torrette nel 1716.

I Palazzi dei Rolli

I Rolli, visitabili oggi sia nella Strada Nuova (via Garibaldi) sia nell'area limitrofa, raccontano una storia secolare di relazioni internazionali e di apertura dei Genovesi al rapporto con i rappresentanti di paesi e culture diverse.

"Palazzi dei Rolli", sono un gruppo di circa 130 edifici di alto valore architettonico di cui la Repubblica si servi' per accogliere ospiti di riguardo, cioe' re, regine, dignitari e governanti di tutto il mondo, quando erano in visita in citta'.

L'ospitalita' era ricca e sfarzosa, quasi sempre legata a doppio filo a grandi e delicati interessi politici, diplomatici e commerciali, e aveva una singolarita': nasceva da un accordo tra pubblico e privato con cui si intendevano gli interessi della comunita', impegnata a consolidare vecchi sodalizi e a intrecciare nuovi rapporti.

La definizione dei rolli deriva dal nome degli elenchi delle dimore utilizzabili per scopi pubblici, in cui venivano catalogati gli edifici una volta accertata la loro 'idoneita' per l' accoglienza. Qualcuno ha definito questo sistema di palazzi una sorta di Reggia Repubblicana. Era infatti questo, per una citta' tendenzialmente repubblicana, il modo piu' riuscito per affrontare il problema degli ospiti di alto livello.

Le residenze si dividevano in diverse categorie, a seconda di dimensioni, bellezza e importanza. Per ogni gruppo esisteva un apposito 'bussolo' in cui si introducevano i biglietti con i nomi dei proprietari da estrarre a sorte. A parte i palazzi maggiori, come quello del Principe Andrea Doria o l'attuale Palazzo Reale, che erano giudicati idonei anche per ospitare i sovrani, in una lista del 1599 sono elencati ben 127 immobili divisi in tre categorie differenti:
- per cardinali, principi e vicere';
- feudatari e governatori;
- ambasciatori.

Uno degli studiosi dei 'rolli', Ennio Poleggi, ha sottolineato gli aspetti che li rendono unici al mondo: oltre ad essere un campione di cultura urbanistica rinascimentale altrove scomparsa, rappresentano anche la continuita' storica, una sorta di collegamento tra la cultura medievale e il rinascimento. In piu', il sistema di palazzi non e' stato intaccato nei secoli e ha resistito anche alle trasformazioni urbanistiche moderne.


 

Veduta aerea: particolare di Strada Nuova con il suo reticolo di Palazzi. (Foto tratta dal libro "Genova, Strada Nuova").

In alto